Che cosa è una moodboard?
Una moodboard è una composizione di immagini, materiali, testi, la cui relazione evoca un dato stile, concetto o idea. È uno strumento usato dai progettisti (fashion designer, grafici, architetti d’interni, stilisti) per comunicare in maniera diretta e immediata attraverso l’uso di immagini. Può essere intesa come un racconto visivo, una collezione di forme e figure, la condivisione di un’atmosfera, una serie di umori (in inglese “mood”), piuttosto che attitudini e sensazioni.
Nella moda, e nei mondi del progetto, la moodboard serve quindi per spiegare e condividere un’idea o un concept. Utilissima per mettere a fuoco l’impostazione sensoriale e stilistica d’insieme, la moodboard è in genere il punto di partenza di qualsiasi agenzia di creativi che vuole comunicare con il proprio cliente.
Moodboard, tradotto in maniera letterale dall’inglese è la “tavola degli umori”. Se si preferisce (un po’ meno letterale ma con un senso forse maggiore): la “tavola dello stile”.
Rispetto al nostro gioco, la moodboard è lo strumento di comunicazione tra i giocatori agenzia e il giocatore cliente.
Lo scopo è quello di fare acquisire alla propria agenzia il numero più alto possibile di punti like.
A ogni round uno dei giocatori diventa il cliente che fornisce un brief valido per tutti gli altri giocatori agenzia (d’ora in avanti semplicemente agenzia o agenzie). Stabilito il brief, ognuno di loro dovrà proporre una moodboard creativa ed efficace, in grado di catturare la fascinazione (e dunque i like) del cliente. Una partita dura tanti round quanti sono i giocatori (ogni giocatore impersona il cliente una volta).
Finiti i round, ciascuno somma i like acquisiti e chi ne ha in quantità maggiore vince la partita.
300 carte così suddivise:
Prendete le carte like e suddividetele in tanti mazzetti quanti sono i giocatori. In base al numero di giocatori, ogni mazzetto deve essere composto dallo stesso numero di carte secondo questo schema:
Sette giocatori = sei carte di valore 10, 7, 5, 3, 2, 1
Sei giocatori = le cinque carte di valore: 10, 7, 5, 3, 1
Cinque giocatori = le quattro carte di valore: 10, 7, 5, 2
Quattro giocatori = le tre carte di valore: 10, 7, 3
Ora, consegnate un mazzetto ad ogni giocatore, ponete la clessidra a portata di mano e lasciate dentro la confezione tutte le carte visual (prima potete mischiarle se volete). Le carte visual sono stampate su entrambi i lati. La prima persona che andrà a compiere gli anni sarà il primo cliente, mentre gli altri saranno le agenzie. In alternativa a questo metodo, tirate a sorte.
Una partita a MOODBOARD è suddivisa in round. Ogni round prevede tre fasi, denominate brief, mindstorming e pitch. Al termine di queste fasi il cliente dovrà dare una valutazione segreta alle idee creative delle agenzie.
Compito del cliente è quello di fornire un brief, ovvero una breve descrizione del progetto per il quale è richiesta, alle agenzie, una proposta creativa accompagnata da una moodboard. In fondo al regolamento è fornito un elenco di possibili brief da usare liberamente nelle vostre prime partite. In seguito, scoprirete che parte del divertimento consiste proprio nel creare brief particolarmente interessanti, stravaganti e bizzarri (ma con senso).
Dopo aver fornito il brief alle agenzie, il cliente prende casualmente un certo numero di carte visual e le dispone sul tavolo in ordine sparso, ma ben separate, senza sovrapposizioni.
Il numero di carte visual da utilizzare dipende dal numero di agenzie in gioco
3 agenzie = 25 carte
4 agenzie = 30 carte
5 agenzie = 35 carte
6 agenzie = 40 carte
Completata questa operazione, il cliente fa partire il tempo per la fase di mindstorming girando la clessidra una prima volta. Successivamente, la girerà altre due volte, per un totale complessivo di tre minuti.
I giocatori agenzia hanno quindi tre minuti di tempo per immaginare (ciascuno per conto proprio) un’idea creativa, da accompagnare con una moodboard composta da un minimo di quattro e fino a un massimo di otto carte visual.
Ogni giocatore è libero di pescare le carte visual che gli servono, in qualsiasi ordine e in qualsiasi momento. Non ci sono turni da rispettare e tutti possono prendere, dalle carte in tavola, quelle che ritengono utili per creare una moodboard adeguata alla propria idea creativa.
Ogni agenzia è libera di partire da un’idea e cercare le immagini più adatte fra quelle disponibili oppure, al contrario, lasciarsi suggestionare dalle immagini per farsi venire in mente un’idea creativa. L’unica regola da rispettare è la seguente: le carte scelte dovranno essere tutte utilizzate nella fase finale del round di gioco (il pitch).
Poiché le carte sono stampate su entrambi i lati, i giocatori saranno liberi di utilizzare per la propria moodboard una delle due immagini. Non possono, però, guardare quale sia l’immagine che si cela dietro ogni carta visual in tavola prima di decidere se appropriarsene o meno.
Toccare una carta significa quindi prenderla e poi usarla, da un lato o dall’altro, nella fase finale del round di gioco: il pitch. Chi tocca per primo una carta se l’aggiudica.
Finiti i tre minuti di tempo per il mindstorming, ogni agenzia (partendo da chi è seduto a sinistra del cliente e proseguendo in senso orario), avrà un minuto di tempo (scandito sempre dalla clessidra e controllato dal cliente), per esporre la propria idea (pitch nel gergo dei creativi).
Il pitch commenta la moodboard, ovvero la composizione di immagini stampate sulle carte visual scelte nel corso della fase di mindstorming. Non ci sono limiti a quello che l’agenzia può dire o fare in questo minuto di tempo per dimostrare di aver avuto l’idea più creativa, tranne il fatto che nel suo raccontare dovrà obbligatoriamente fare riferimento a tutte le carte pescate dal tavolo nella fase di mindstorming, utilizzate da un lato o dall’altro: ogni carta una sola immagine.
Ascoltati i pitch di tutte le agenzie, il cliente darà la propria valutazione finale scegliendo la carta like più appropriata (maggiore il gradimento, maggiore il numero di cuori) per ciascuna agenzia. Le carte like vanno collocate coperte davanti ad ogni giocatore o giocatrice. Queste carte devono restare segrete, ovvero con il valore rivolto verso il basso, fino al termine della partita, senza che nessuno le possa guardare, neppure chi le ha ricevute.
Terminato un round di gioco se ne inizia un altro. Chi è seduto alla sinistra del cliente diventa il nuovo cliente, mentre chi ha appena svolto questo compito diventa ora agenzia. Le carte utilizzate e quelle ancora in tavola vengono riposte nella scatola e sostituite con altre scelte a caso dal cliente di turno.
Quando tutti hanno impersonato una volta il ruolo del cliente, arriva il momento di stabilire chi sia il vincitore della partita. Tutti mischiano le proprie carte like ricevute nel corso del gioco (è importante farlo per non sapere da chi provengano), quindi le girano rivelandone il valore. Chi ha ottenuto il maggior numero di like, si aggiudica la partita (il gioco prevede la possibilità che vi sia un pari merito).
Nulla vieta, accordandosi in tal senso prima dell’inizio, di giocare una partita estesa. In questo caso, al termine della prima partita, potete segnare il punteggio finale di ogni partecipante e giocarne un’altra, ridistribuendo le carte like e mischiando accuratamente le carte visual. Se giocate una partita estesa, dovrete ovviamente sommare i punteggi ottenuti al termine di ogni partita per conoscere il vincitore finale. La partita estesa è consigliabile se siete in pochi, perché riduce le possibilità di pari merito.
Questo regolamento presenta poche indicazioni rispetto a quello che si può o non si può fare. È una scelta di design. Sta a voi sviluppare varianti, nuove regole e nuovi modi di giocare. Per esempio, nella fase del pitch, nulla vi vieta di criticare le idee dei vostri avversari, se la cosa vi diverte. Se avete dubbi sull’interpretazione di una regola, usate la soluzione proposta dal Grande Maestro Alex Randolph: quella giusta è sempre la più divertente. Ne consegue che siete liberi di inventarvi tutte le house rule che volete, purché siano concordate prima di iniziare a giocare.
A questo scopo, trovate anche otto carte bianche, che siete liberi di utilizzare dando sfogo alla vostra creatività, con immagini, disegni o variazioni alle regole. Inoltre, MOODBOARD è stato progettato per essere non solo un gioco divertente, ma anche uno strumento creativo. Usate le carte visual per stimolare la vostra immaginazione e dare sfogo al creativo che si nasconde dentro ciascuno di voi.
Usatele per giocare, per sviluppare i vostri talenti creativi, per scopi divinatori (se la cosa vi diverte), e per mille altri utilizzi che scoprirete da soli.
Infine, una nota sul termine mindstorming. Nel mondo dei creativi, di solito, si usa la parola brainstorming per indicare un lavoro di gruppo che abbia come scopo quello di far emergere una serie di idee da cui tirare fuori quella definitiva. Nel nostro caso però si gioca individualmente e dunque la parola brainstorming è stata sostituita da mindstorming, che è in effetti un neologismo. Se anche voi ne inventerete di nuovi, condivideteli con noi e con tutti.
Ecco una prima lista con novantanove temi di progetto, quelli che nel gioco chiamiamo brief. Servono come spunto per prendere la mano e imparare a giocare. Usateli quando è il vostro turno nel ruolo di cliente, ma sentitevi liberi di interpretarli e modificarli a piacere.
Attenzione: in molti brief abbiamo volutamente utilizzato termini, quasi sempre inglesi, tipici del mondo del marketing e della creatività. Servono ad entrare nella parte… In fondo all’elenco, un glossario vi aiuterà a comprenderli meglio.
MOODBOARD è un gioco ma è anche (se non soprattutto), una community di giocatori che interagisce in maniera tradizionale piuttosto che digitale. Scambi di nuove immagini, brief, versioni e invenzioni, estensioni, ibridazioni e quant’altro. MOODBOARD vive di un semplice motto:
“The community is the message”.
La comunità siamo noi.
Una serie di incontri durante l’anno, presenza ai festival principali, tornei: vi aspettiamo!
Ci trovate sui social più popolari e sul sito www.Kaleidosgames.com
MOODBOARD è pensato per essere un gioco “aperto”. Aperto perché avete 8 carte da personalizzare a seconda dei vostri interessi, gusti, inclinazioni. Aperto perché stiamo già lavorando ai prossimi mazzi di espansione. Aperto grazie ai contributi della community. Aperto perché siete voi a decidere come interpretarlo.
MOODBOARD è nato da un’idea di Stefano Mirti sviluppata da Spartaco Albertarelli. Silvia Piombo è la responsabile delle iconografie, Claudia Neri ed Elisa Stagnoli (Tekna Design) hanno curato la grafica e l’immagine coordinata. Fosca Salvi (Super, Scuola Superiore d’Arte Applicata di Milano) è la responsabile della comunicazione digitale e social.
Questa prima versione di MOODBOARD è stata resa possibile grazie al contributo di una community di creativi internazionale. Una cinquantina di progettisti, fotografi, artisti, architetti e illustratori hanno condiviso il proprio lavoro per permetterci di giocare.
Le 500 immagini di questa edizione del gioco arrivano da:
Archivio storico della Scuola Superiore d’Arte Applicata
Cleveland Museum of Art, Cleveland, Ohio Dreamtimes.com
Lenbachhaus, Munich
MIA Minneapolis Institute of Art, Minneapolis
New York Public Library, New York
Pexels.com
Smithsonian, Washington, D.C.
The Art Institute of Chicago, Chicago
The Metropolitan Museum of Art, New York The Yale University Art Gallery, New Haven CT Unsplash.com
E dalla community di contributors che ringraziamo:
Giulia Aloisio
Pierluigi Anselmi, Propp
Michele Aquila
Nuphap Aunyanuphap
Giordana Bonanno, studentessa di Ko Sliggers presso Abadir
Denise Bonapace
Antonino Cardillo
Rachaporn Choochuey
Ailadi Cortelletti
Rosario Cosentino, studente di Francesco Librizzi presso Abadir
Mariano Dallago
Dotdotdot
Alessandra Esposito
Paolo Ferraguti
Karin Fink
Giuseppe Franceschino, studente di Andrea Anastasio presso Abadir
Giorgia Gangemi, studentessa di Mauro Bubbico presso Abadir
Anne-Sophie Gauvin
Alessandro Guerriero
Placido Guglielmo, studente di Francesco Librizzi presso Abadir
Alberto Iacovoni
IdLab
Monica Licciardello, studentessa di Aldo Presta presso Abadir
Crispin Jones
Daniele Mancini
Claude Marzotto
Alessandro Mininno
Kristina Neral
Rachel Oshino
Claudia Pasolini, studentessa di Silvio Boselli presso la Scuola Superiore d’Arte Applicata
Davide Pizzigoni
Flavia Sakai
Francesco Duilio Scivoli, studente di Francesco Librizzi presso Abadir
Alessandra Saporita, studentessa di Ko Sliggers presso Abadir
Cristina Senatore
Teikna Design
Clelia Valentino