VektoRace
Campionato mondiale 2022

Stand Oliphante, Modena 21/22 maggio

Eccoci al racconto di una finale che ha messo in mostra tutto il repertorio di mosse, strategie e imprevisti che sono caratteristici di ogni gara di VektoRace.
Partiamo dalla… partenza. Questa è la prima mossa. In fondo al gruppo la F8 personalizzata di Pietro Porcedda, ammesso alla finale per diritto ottagonale.
Dopo il primo turno di gioco, questa è la situazione… Si capisce subito che in pista ci sono cinque vecchie volpi ottagonali. Si gioca su quattro giri, cambiando percorso ad ogni giro. Si inizia con il più perfido: il Trioval. Quindi subito curva secca… La formula prevede un’eliminazione dopo due giri, una seconda eliminazione al terzo e poi sprint finale tra i primi tre. Prendete nota delle posizioni di partenza, perché ne vedremo delle belle…
Già alla seconda curva si capisce che le soste ai box saranno determinanti, perché quasi tutti i concorrenti consumano Gomme e Nitro come non ci fosse un domani. Dopo una serie di sorpassi e controsorpassi, il gruppo si presenta all’ultima curva del primo giro con le posizioni più o meno invariate. Il secondo, però, ai box ci va in questo modo… Primo colpo di scena con brutale penalità e apparente via libera per il leader.
Nelle retrovie non vogliono essere da meno ed ecco come la Vortex arriva nello stesso punto… Alcuni iniziano a pensare che il torneo sia già finito prima ancora di iniziare. Davanti c’è un’auto in fuga e dietro si gioca a chi vola fuori dal tavolo nel modo più originale…
Ma quello che stiamo giocando è VektoRace, non una volgare simulazione… e così, Pietro, partito dal fondo e arrivato ultimo sul rettilineo finale del primo giro, decide di non fare la sosta, consapevole che il secondo giro porterà alla prima eliminazione. Spinge sul boost e taglia il primo giro davanti a tutti…
Alle spalle dei primi due, gli inseguitori, alcuni dei quali ripescati dal fosso… ci tengono a far capire che aria tira e ai box ci arrivano così…
La gara, fin qui rude ma sostanzialmente corretta, si infiamma alla prima curva del secondo giro. La Groove anticipa troppo l’ingresso, lasciando aperto uno spiraglio di attacco, che la Vortex non si lascia sfuggire. Sportellata esterna e avversario sul cordolo… la prima eliminazione appare scontata e così sarà, malgrado il disperato tentativo di rimonta.
Ci piace ricordarlo così… Il primo eliminato ottagonale nella storia delle corse ad eliminazione. La macchina ammaccata dopo il volo fuori dal tavolo. Gli altri lì, appena fuori dai box, a rendere ancora più dolorosa un’eliminazione avvenuta non certo per ampio distacco, malgrado la penalizzazione subita. I più intelligenti di voi noteranno che la 42 di Pietro si trova ora in quarta posizione, avendo perso ben tre posizioni in un solo giro…. Davanti, per nulla a sorpresa, Ilenia Musumeci, guida la sua Dirty Air e si appresta a un terzo giro da leggenda, avendo terminato i punti Nitro… Per lei la strategia è tanto semplice quanto spietata: dovrà arrivare ai box sperando di non essere superata dagli altri sul rettilineo del terzo giro. Perché l’ultimo verrà eliminato…
Il terzo giro, da solo, varrebbe un romanzo di almeno otto pagine! La tensione è altissima, le distanze si riducono ad ogni mossa, ma alla fine Ilenia Musumeci riesce nell’impresa di arrivare in quinta marcia a millimetri dall’ingresso box… qui pianta un’inchiodata leggendaria e con il consumo di 3 punti nitro entra nei box perfettamente. Pietro Porcedda non riesce nella rimonta, bloccato da un muro di lamiere contorte, ma ancora in grado di dare gas e spettacolo. Costretto sulla linea di ingresso ai box, subisce l’onta dell’eliminazione. Dal digitale all’analogico… com’è diverso il mondo…
E siamo così all’ultimo determinante giro, che si corre, ovviamente, sull’Oval. Velocità e adrenalina al massimo. Ilenia accusa il ritardo, ma spera nella lotta tra i primi due, destinati a rallentarsi l’uno con l’altro anche in virtù delle nuove regole. Francesco Bovoli prende un po’ troppo sul serio il nome della sua scuderia (PUSH!) ed esce così dalla seconda curva. È in piena velocità e sul penultimo rettilineo, quindi dichiara istintivamente una quinta. Cosa mai potrebbe andare storto?
Praticamente nulla, non fosse per quattro piccoli dettagli:

1 dietro di lui c’è Gianluca Zanon, già vincitore della 28 Ore di Indianottolis e, anche solo per questo, uno dei più solidi, ottagonali e competitivi piloti in circolazione. 2 A sinistra c’è il bordo del tavolo… 3 C’è la nuova regola che consente l’attacco BOOST. 4 Ma soprattutto sono finiti i punti Gomma….

Gianluca, ancora lucido dopo due ore di gara a una temperatura degna della Valle della Morte vede la mossa vincente. Entra in scia, sorpassa stando leggermente sulla destra dell’auto avversaria e… frena… A quel punto muove per primo mettendo Francesco nella condizione di non poter muovere, perché la sua quinta non ci sta e non ha gomme per una frenata di emergenza… Significa restare fermi e ripartire in prima marcia. È la fine di una lotta incredibile.

Gli ultimi turni sono pura passerella. Ilenia, a quel punto, non può più sperare nella bagarre tra i due davanti e deve accontentarsi di andare a cogliere un meritatissimo secondo posto. Il suo ingresso ai box resterà nelle leggende ottagonali, ma la coppa e il titolo vanno a Gianluca Zanon!
Quello che è successo nei quattro giri che hanno incoronato il nuovo Campione Mondiale, Gianluca Zanon, è già nella leggenda. Proveremo comunque a fare un riassunto dell’incredibile gara quando saremo rientrati. Qui vi lasciamo con una foto di gruppo dei finalisti, che ricevono le coppe gentilmente offerte da PLAY: Festival del Gioco consegnate da Gianfranco Fioretta, che ha ospitato la manifestazione nello stand Oliphante. Dall’autodromo ottagonale è tutto, almeno per il momento…

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